Partire per una due giorni ha sempre il suo fascino e una buona “dose di mistero”; non so se capita a tutti, ma la notte prima si fantastica sul percorso, sulle eventuali insidie tecniche e meccaniche, sui luoghi che si conoscono e ancor di più su quelli che non abbiamo mai visto.Questo giro organizzato da Dicomano Bike prevede circa 80 km in due giorni con 3.000 metri di dislivello complessivi passando dai più bei crinali della zona a nord di Firenze.

 


Partenza ore 8.30 da Dicomano con una ventina di persone alla volta di Vicchio e poi Villore per iniziare la scalata verso lo 00. La strada si presenta panoramica sulla valle e con una lunga ma dolcissima salita affrontata a velocità di crociera senza nessuna difficolta tecnica visto il fondo asciutto e compatto. Niente di meglio per poter salire in quota conservando le forze per la parte più bella del giro, anche perché, a fine luglio, la temperatura si fa sentire.

Raggiunto lo 00 si prende a destra in direzione Muraglione passando per il Giogo di Villore, Monte Peschiena, il Giogo di Corella in un mix di crinali aperti sulla valle del Mugello e su quella che viene definita la Romagna toscana (ovvero la zona dove già si parla quasi romagnolo, ma ancora in provincia di Firenze).

Figura_1

Figura 1 Panorama dallo 00 verso la valle del Mugello

All’arrivo al famoso Passo del Muraglione ci aspetta un pranzo nella trattoria e due chiacchere fra compagni di viaggio all’ombra di qualche albero secolare. Il Passo del Muraglione è diventato carrozzabile ai tempi del granducato di Toscana (1.800 circa) quando fu costruito anche il famoso muro, da cui il nome del passo, per riparare i viandanti dal forte vento che spazza il crinale.

Ci aspetta la parte più impegnativa del tracciato che, sin dalla partenza, mette alla prova le doti di equilibrio: tramite una variante allo 00, si resta sul crinale roccioso in un sentiero con vista mozzafiato sulla valle distante solo una lunga e ripida scarpata. Il tratto è poco adatto se si soffre di vertigini, ma in ogni caso, non è mai pericoloso se affrontato con la testa sulle spalle.

Figura_2

Figura 2 Variante 00 dopo il Passo del Muraglione

 

Con noi erano presenti due maestri AMI, la Scuola Nazionale Maestri di Mountain Bike, (che avevano tracciato l'intero itinerario) che dispensano consigli su come attraversare alcuni punti decisamente tecnici in tutta sicurezza, e quattro accompagnatori, fra cui il sottoscritto a supporto. In ordine di come li ho conosciuti: Andrea Grifoni, Giuseppe Pacetto, Michele Bonavita, Daniele Biondi e Fabio Angiolini.

 

Terminata la variante si prosegue sul crinale ammirando Poggio Usciaioli, Poggio Citerna, Poggio di Giogo in un saliscendi intorno a quota 1.100 che consente di riposare le gambe nei tratti in discesa, cimentarsi in qualche passaggio tecnico, e risalire senza grossi strappi. Le creste del comprensorio del Falterona sono sempre lì ad accompagnare i nostri passaggi: è cambiata solo la prospettiva da cui si ammira il paesaggio spostandosi verso est. Falterona arriviamo!

 

Dopo Poggio di Giogo (1.159 slm) la strada comincia ad arrabbiarsi mettendo alla prova le gambe su un paio di salite (o “pettate” come le chiamano i toscani) lunghe e con pendenze del 20%. Il gruppo si è un po’ allungato sia per la diversa velocità di crociera, sia perché in molti si sono presi una pausa al Giogo di Castagno, che offre una radura sopra un strapiombo che si imprime nella mente, oltre che sulla memoria della macchina fotografica. Difficile descrivere la sensazione: chi ha voglia di mettere alla prova la tecnica di guida, può prendere il sentiero 14 che scende a Castagno di Andrea, centro visite del Parco delle Foreste Casentinesi, in un single track spettacolare che richiede anche qualche dote trialistica per essere affrontato in sella.

Figura_3

Figura 3 Giogo di Castagno. Sullo sfondo il crinale che percorreremo il giorno seguente in discesa.

 

Proseguiamo sullo 00 per qualche centinaia di metri per poi prendere il raccordo 329-301, più agevole per la salita a Le Fontanelle, rifugio subito sotto Poggio Piancancelli: siamo ormai nel Parco Nazionale e si respira l’aria del bosco a 1.400 mt slm. Si sale ancora con la vista che si apre a nord/nord-est verso il comprensorio del Monte Lavane che si lascia ammirare e ci invita per una prossima escursione.

 

Cinquecento metri di strada asfaltata in lieve discesa per poi tornare sul nostro terreno preferito per raggiungere il Rifugio La Burraia con i colori della sera dopo 55 km e 2000 metri di dislivello.

Figura_4

Figura 4 Parte del gruppo sul crinale verso il rifugio La Burraia

 

Il rifugio è spartano, ma decisamente accogliente con un grande camino nella stanza principale; lo condividiamo con un gruppo scout; cena con bistecche, salsicce, pasta e vino unendo tutti i tavoli della sala a formare un anello: niente di più bello per concludere una giornata memorabile.

 

La mattina ci siamo svegliati tutti più o meno verso le 6/6.30 in preda alla smania di ripartire per quella che sarebbe stata la parte più in quota di questo giro. Partenza alle 8 come da programma per affrontare lo 00 verso Monte Falco, il punto più alto (1.657) e più panoramico della nostra escursione da cui si scende dentro una foresta di altri tempi verso il Monte Falterona. Da entrambi i punti si gode di una vista a 360 gradi su Toscana e Romagna, si possono ammirare le Alpi in lontananza così come il mare. Nessuna foto può immortalare lo spirito del gruppo che si mette in posa per lo scatto di rito.

Figura_5

Figura 5 Panorama da Monte Acuto sul Mugello. Sullo sfondo l’appennino pistoiese

 

La discesa dal Falterona verso Capo d’Arno, la sorgente del fiume che attraversa tutta la Toscana, è un single track sufficientemente ripido da impegnare tutto il gruppo e fare qualche ripresa nei passaggi più divertenti. La sorgente ha sempre il suo fascino, fa riflettere su come qualche litro di acqua esca dalla terra per percorrere centinaia di chilometri e buttarsi in mare…da biker viene da pensare anche quanto si possano divertire le singole gocce ad affrontare prima un single track da paura, salti degni del mondiale di downhill, corse freeride sulle sponde naturali e artificiali del fiume per poi lanciarsi in una gara XC fino alla foce.

Figura_6
Figura 6 Foresta Casentinese

 

Si risale alle Crocicchie dopo una breve deviazione verso il Lago degli Idoli dove sono state ritrovate statuette etrusche risalenti a duemilaseicento anni fa: sembra che gli etruschi salissero verso il Falterona per le loro offerte agli dei. Il lago venne prosciugato nel 1.838 per alcuni scavi archeologici e portò alla luce la stipe votiva composta da oltre 600 statuette, la scoperta di reperti più ricca di sempre.

 

Dalle Crocicchie si risale verso Monte Acuto per poi proseguire verso La Macia in un saliscendi composto da sentieri memorabili immersi alternativamente in boschi secolari e pratoni in quota.


Figura_7
Figura 7 Il gruppo sul crinale verso La Macia

Lo 00 vira decisamente a sinistra verso il parco di Rincine, nel comune di Londa, territorio molto sensibile alla diffusione della mountain bike. Ignorando il bivio si prosegue verso i Monte Massicaia su strada ampia ma con fondo sassoso (sentiero 1) per arrivare poi alla Cappella di Tizzano da cui si ammira nuovamente tutta la valle del Mugello, Monte Giovi, tutto il crinale percorso nel giorno precedente e, a guardarci le spalle, l’amico Falterona.

La discesa è divertente e veloce fino a Dicomano, punto di arrivo di questo giro che rimarrà negli occhi di tutti i protagonisti.


“Roberto Brunetti – www.bikemood.it

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