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La mountain bike a 360°: recita uno degli slogan AMIBIKE, in cui ogni appassionato può esprimere la propria passione e modo di interpretare questa elettrizzante attività sportiva che AMI abbraccia in tutte le sue forme.

Più si ambiscono traguardi importanti e arditi e più cresce l'impegno e la preparazione che essi richiedono per essere raggiunti. Il cicloalpinismo è senz'altro una delle forme più estreme, in cui è necessario essere sia buoni alpinisti che ottimi biker con una buona dose di coraggio. Il nostro Accompagnatore di mtb Marco Sponga ci spiega il perchè..


 Il Bike Alpinismo, l'orizzonte vicino...ma in alto.. di Marco Sponga - Accompagnatore Mtb AMI.


...25 anni fa durante la prima traversata in mtb della Transcivetta insieme ad un amico non sapevamo di aver provato per la prima volta il Bike Alpinismo. A quel tempo c'era la rampichino ruote da 26 le sospensioni erano rare e i pesi delle bici spesso in acciaio erano notevoli, così rimediammo molte botte e qualche escoriazione. Ma ci piacque eravamo spinti da tanta voglia di esplorare e di provare cose nuove.
Ci aiutava il fatto di essere nati fra le Dolomiti.

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Ma cosa è il BikeAlpinismo o il CicloAlpinismo così chiamato?
È una domanda che mi sento fare spesso.
Non é mai facile rispondere.
 Si potrebbe considerare BikeAlpinismo o CicloAlpinismo quando affrontiamo percorsi in salita che obbligano a lunghi tratti di bike a spinta o bici in spalla e più brevi tratti a piedi in discesa. Di solito il tutto lungo sentieri su percorsi di alta montagna.
É anche Bike Alpinismo quando il terreno è impervio o esposto e non consente una ciclabilità continua o quando saliamo sopra certe elevazioni dove è necessario conoscere bene la montagna e le sue regole.
Insomma tutto quello che si sviluppa in montagna e sconfina fuori dagli ordinari percorsi di Mtb, si può considerare Bike Alpinismo. Il raggiungimento di una cima se possibile sarà poi l'ingrediente alpinistico dell'escursione.
Credo comunque non esista un limite definito in cui si passa da una gita di Mtb a una gita di CicloAlpinismo e che da quest'ultima si sconfini poi in un attività di Mtb Estrema.

Lo scopo principale di questa attività, oltre che al raggiungimento di cime importanti, é logicamente concentrato sulle discese sempre molto tecniche e dove ognuno di noi potrà trovare il modo di cimentarsi al meglio secondo le proprie capacità tecniche e fisiche.
Dal facile sentiero   fino alle più difficile rocce, con tratti esposti, passaggi insidiosi, in luoghi dove non é concesso nessun errore.

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Il CicloAlpinismo all'inizio fu stimolato soprattutto da una forma pionieristica di Mountain Bike poi con il passare degli anni trovò altre motivazioni quali una sfida con se stessi o la curiosità di spingersi un po' oltre i soliti percorsi di Mountain Bike.
Di certo il BikeAlpinismo si è sviluppato nel corso degli anni in maniera solitaria praticato da pochi individui sparsi qua e là. Materiali e tecniche adattati in base alle esperienze personali.

Ma facciamo un po' di chiarezza e vediamo di capire come affrontare un uscita di Bike Alpinismo.
La preparazione del Bike Alpinista
E’ logico che chi decide di affrontare un uscita di Bike Alpinismo sa di suo che andrà ad affrontare un uscita con un impegno psicofisico molto diverso a una normale uscita in Mtb. Molti tratti infatti saranno fatti con bici a spinta o in spalla la fatica in breve si farà sentire.
Inoltre sarà facile percepire un certo stress dettato dai continui cambi di assetto fra ciclabilita e bici a spinta o in spalla. Sará quindi utile essere fisicamente allenati ma anche psicologicamente preparati. Poco contano qui i km che percorriamo normalmente in bicicletta sulle strade di casa nostra o durante le gare della domenica. In un uscita di Bike Alpinismo i km sono spesso limitati e quindi sarà più importante considerare il dislivello complessivo che dovrebbe essere inferiore a quello che normalmente effettuiamo durante i nostri allenamenti in bike. Questo per poter garantire una riserva di energie utili in caso di imprevisti ma soprattutto una sopportazione allo stress dettato da repentini adattamenti al terreno. (Alcune foto)

Meglio grandi Biker o forti Alpinisti?
Non so se sia meglio essere dei grandi biker o dei forti alpinisti, forse 50 e 50 é l'equilibrio giusto per muoversi in sicurezza ma anche divertirsi senza azzardare oltre le nostre possibilità. C'è da dire comunque che spingendosi oltre certi limiti la conoscenza del mondo alpinistico e della montagna in generale ha sicuramente un ruolo determinante nella riuscita in sicurezza dell’escursione.
Alleniamoci a muoverci bene in montagna anche a piedi, poi essere bravi sulla bicicletta ci aiuterà soprattutto nel divertirci di più lungo i tratti ciclabili.
Ricordiamoci comunque che i tratti a piedi sia in salita che in discesa potrebbero essere molto insidiosi con la bike al seguito.
Ostacoli naturali, tratti esposti, terreni ripidi e scivolosi sono una consuetudine se stiamo affrontando un percorso di bike Alpinismo.

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Da soli o in compagnia?
Non sempre la presenza di altri partecipanti é garanzia di sicurezza. In realtà da mie esperienze personali i rischi più gravi mi sono capitati quando ero in compagnia. Il gruppo era trascinato da quell agonismo che contraddistingue la specie umana, soprattutto gli uomini rispetto alle donne, portando i partecipanti oltre le loro possibilità in ambienti poco adatti a sfide personali. Personalmente se devo fare qualcosa di difficile vado in solitaria e cerco di fare quello che riesco ma soprattutto faccio quello che la giornata mi propone. A volte però questo atteggiamento solitario potrebbe risultare antipatico.
È vero se andiamo da soli sarà sicuramente meno bello ma probabilmente saremo nel posto giusto al momento giusto e la nostra concentrazione sarà ai massimi livelli, le decisioni razionali e non influenzate, riducendo così al minimo il rischio.

Se siamo più persone, cerchiamo di limitarne il numero e di andare con chi conosciamo bene. Non imponiamo subito un atteggiamento di sfida (cosa che in gruppo é praticamente impossibile). Teniamoci sempre delle energie per far fronte in maniera lucida al bisogno di altri e gestire eventuali emergenze.
Ricordiamoci che le cadute in Mtb su terreni impervi ed esposti hanno quasi sempre conseguenze fisiche, a volte drammatiche e questo anche comunque senza sconfinare nell'estremo. Per cui più partecipanti alle volte può voler anche dire più rischio di incappare in un emergenza.

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Se invece siamo soli sarà comunque importante informare qualcuno sul   luogo e i tempi di realizzazione dell'itinerario.

La pianificazione dell'escursione
Dobbiamo sapere dove andiamo! Per me questa rimane una delle regole fondamentali per garantire un buon livello di sicurezza. Se decidiamo per un uscita di Bike Alpinismo e non siamo molto esperti sarà bene fare un sopralluogo a piedi prima. Conoscere dove andiamo ci darà sicurezza e ci farà dosare bene le energie per quando avremmo la bike al seguito. Possiamo capire quanti e quali tratti sono da percorrere a piedi o in bike e quali i passaggi più rischiosi.
 Con l'esperienza maturerà poi quel savoir fair che ci permetterà giri sconosciuti come dire "le nostre prime".

Il meteo
Anche qui poche parole: il meteo deve essere ottimale questo é un must per chi va in montagna! Sia per noi o per chi eventualmente ci deve aiutare o soccorrere in caso di difficoltà. Un meteo favorevole ci darà anche più autonomia in fatto di tempo sulle tabelle di marcia che solitamente sforano dal previsto fatto tavolino.

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Cosa portarsi?
In molti anni di attività ho visto portare l'impossibile nello zaino fino a 15-20 kg di materiale, più ovviamente la bike. Questo spesso accade fra i neofiti riducendo la percentuale di riuscita dell'escursione.
Ma scrutando altre attività sportive legate alla montagna vediamo come prevalga la scelta di equipaggiamenti leggeri. Merito anche dello sviluppo dei materiali sempre più leggeri ma anche di un modo di andare in montagna basato su semplicità e velocità
Il cocktail vincente di un bikealpinista moderno sarà quindi: preparato, leggero e veloce!

Ma qualcosa comunque serve
Il casco sempre in testa e bene allacciato. Ma non un normale casco da maraton, tassativamente dovremmo usare quelli più avvolgenti con proteggi nuca e tempie. Sarà bene inoltre cambiarlo ogni 2 anni o appena abbia preso una botta. Ho visto caschi esplodere per la vecchiaia con conseguenze che lascio immaginare.
Sul casco integrale monoscocca ho ancora qualche dubbio per la disciplina del Bike Alpinismo. Sicuramente molto più protettivo ma anche molto più pesante ed ingombrante nel muoversi in montagna. Sui tratti alternati bike a spinta o in sella a volte rimane nello zaino e non viene indossato per scomodità o pigrizia aumentando il rischio di cadere proprio quando il casco è nello zaino.Forse più logicamente utilizzato nel down hill o l'enduro.
Buoni invece gli integrali ibridi con mentoniera removibile che stanno prendendo piede sempre più. Permettono di rimuovere la mentoniera in salita e avere sempre una protezione in testa. Buona anche l'aerazione in giornate di caldo.
Buoni anche su tratti dove c'è il pericolo di caduta sassi.

Da bere sempre. Sembra scontato ma non sempre lo è. Evitare la borraccia e il portaborraccia sulla bike che solitamente dà fastidio con la bike in spalla. Buone invece le sacche camelback o la semplice borraccia nello zaino o a spallaccio.
Da mangiare, sempre! barrette energetiche frutta secca o altro.
La protezione contro il freddo: giacca vento meglio se con cappuccio o eventuale piumino nelle stagioni più fredde.
I guanti, nel caso di alta montagna meglio integrali.
Abbigliamento da bike adatto alla stagione, evitando pantaloncini troppo larghi che si possono impigliare sulla sella quando ci capiterà di dover scendere dalla bike in discesa.
Scarpe: argomento molto delicato! Una scarpa giusta in montagna può fare la differenza fra la vita è la morte. Adottiamo la scarpa migliore per il giro che intendiamo fare. Ricordiamoci che ci potremmo trovare nella stessa gita su pendii ripidi con erba e fango e poco dopo su rocce o sfasciumi instabili. Dobbiamo muoversi bene in qualsiasi condizione. Il mio consiglio è scarpe con buona aderenza senza troppo carro armato per aderire meglio ai pedali flat, ottime le scarpe da corsa in montagna con gomma piuttosto morbida. Sconsigliate le down hill. Soprattutto nei tratti a piedi più difficili risultano poco adatte. Cosi così le ibride con attacchino. Sconsigliate e molto pericolose le scarpette.

Almeno un ricambio di maglietta intima
Occhiali da sole
Un piccolo gps anche da polso
Un multi tool
Camera d'aria e lattice per chi ha i tubless, più kit toppe e mastice.
Pompa
Kit pronto soccorso da zaino
Le protezioni individuali del corpo da utilizzare soprattutto in discesa.
Dei soldi se pensiamo di passare in punti di appoggio.
Il telefono ed un eventuale energy battery pack.
Telo termico.

Lo zaino:
Due le tipologie principali
Un 25 lt se pensiamo di non dover mai portare la bici smontata sulla schiena ma solo dei brevi tratti con "bici in spalla".
Un 35 lt meglio se con para schiena rigido se pensiamo di portare la bike smontata per lunghi periodi sulla schiena.
Evitiamo zaini con troppi laccioli o fronzoli esterni che solitamente si impigliano nella bike appesa allo zaino. Potrebbe essere un problema quando poi dobbiamo toglierla dalle spalle, generalmente nei momenti di difficoltà.
Comode le tasche sull'avvolgi vita per riporre telefono o altre piccole cose
Utile anche il porta borraccia da spallaccio o il camelback

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La bicicletta: mi soffermo poco in quanto un elemento molto personale e contrariamente a quanto si pensa poco determinante per la riuscita dell'escursione
Qui si aprirebbero discussioni interminabili su chi ha la bike migliore.
Riviste e pubblicità trattano già questi argomenti.
La preferenza comunque verso le mtb full, oggi molto versatili e leggere.
Il mio consiglio é di usare la bici che abbiamo (buone anche le front) cercando di renderla più leggera e semplice possibile. Evitare se possibile i pedali da scarpetta e utilizzare i flat con buona chiodatura.
Da parte mia ho eliminato tutto il superfluo compreso il porta borraccia. In inverno attenzione al reverb che tende a ghiacciare. Attenzioni anche ai freni che siano ben modulabili in discesa. Anche delle buone gomme morbide possono aiutare.

Pronti per partire
In salita:
Inutile dire che se il terreno é pedalabile ognuno si comporterà secondo le proprie capacità ciclistiche.
Le cose cambiano quando dobbiamo scendere dalla bike perché il terreno obbliga a procedere a piedi.
Entriamo nel mondo del "Portage"

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Bike appesa allo zaino nei tratti più difficili
La bike a spinta: tecnica molto semplice ma non priva di insidie. Di solito spingiamo la bike quando il terreno è abbastanza scorrevole anche se ripido e non ci sono ostacoli molto sporgenti tipo grossi massi o mughi. Anche quando il sentiero é abbastanza largo da permettere che la bicicletta stia a lato del nostro corpo. Il procedere è abbastanza regolare e poco dispendioso anche se non velocissimo. Attenzione ai pedali con i chiodi sui polpacci. Nei traversi ripidi o esposti le insidie maggiori.  La bike va tenuta a monte, la mano a valle tiene il manubrio mentre la mano a monte spinge sul retro della sella. I piedi sono ben saldi sul sentiero mentre la bike sta più alta di noi anche fuori dal sentiero. Siamo come appoggiati alla bici.

La bike in spalla una mano libera
Comoda per brevi tratti in abbinata alla bike a spinta per superare tratti ricchi di ostacoli. Con buon allenamento sarà velocissima la manovra per passare da bike a spinta a bike in spalla. Una volta su il peso sarà sorretto in parte dalla parte superiore dello zaino. Dovremmo tuttavia utilizzare una mano per bilanciare la bike mentre ci muoviamo.
Solo una mano sarà libera e anche qui conviene tenere libera la mano a monte soprattutto nel caso di traversi insidiosi.

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La bike appesa allo zaino.
Ha un grande vantaggio consente di avere due mani libere. Personalmente ho salito con la bike appesa allo zaino ferrate e tratti di arrampicata di 3grado senza trovare particolare impiccio a parte ovviamente il peso.
La tecnica è molto semplice, si smontano entrambe le ruote si aggancia il telaio agli spallacci dello zaino tramite una fettuccia o una cinghia da pacchi e successivamente si agganciano le ruote al telaio della bike con degli elastici da portapacchi. Il tutto richiedi circa 4-5 min. Lo zaino deve essere abbastanza capiente sui 35 lt per garantire stabilità.
Posso dire che fatte le dovute prove preliminari una volta trovato l'assetto e il bilanciamento giusto dei pesi la tecnica è semplicissima e vi permetterà di superare buoni dislivelli e grandi ostacoli.

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Mani libere, una garanzia di sicurezza


In discesa ogni passaggio un insidia

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Inutile dire che se stiamo affrontando una discesa vera di Bike Alpinismo saremo in un percorso a tratti poco adatto alla bike ma non per questo impossibile. Essendo tracciati poco frequentati dalle due ruote dobbiamo aspettarci a ogni passaggio delle insidie.
Non possiamo nascondere che la sera prima ci saremo sicuramente documentati sui social ammirando filmati di rider scendere con capovolte e salti impossibili rocce strapiombanti con agilità impressionanti.
Ma la realtà è ben diversa soprattutto perché il 90% di noi non é un professionista ma vuole solo farsi un giro, anche eroico se così si può dire per una propria soddisfazione personale.
Inoltre i tracciati di montagna non sono preparati ma sono spesso sporchi di sassi instabili, ghiaino, radici, erba secca, tratti franati e a volte abbandonati. Ma allora come ci dobbiamo comportare in discesa?
Sappiamo a priori che dovremmo salire e scendere dalla bike continuamente per evitare gli ostacoli e adattarci al terreno.
La velocità e la capacità nell adottare questa tecnica farà la differenza.

Determinati sì ma non incoscienti

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Una volta indossate le dovute protezioni abbassiamo il più possibile la sella. Controlliamo inoltre che i pantaloncini non si possano agganciare alla sella quando saremmo costretti a scendere. Verifichiamo anche che le stringhe delle scarpa non si possano impigliare nella corona.
Partiamo consapevoli che i primi minuti solitamente sono i più pericolosi in quanto corpo e mente non sono ancora sincronizzati sui movimenti della discesa.
Se possibile percorriamo anche più volte un primo breve tratto facile prima di buttarci nell'ignoto.
Poi giù fra sassi instabili ghiaia radici e insidie varie.
 
La capacità di valutazione dei passaggi sarà l'elemento fondamentale per la sicurezza della discesa. Non può mai venir meno e non sempre è di facile interpretazione.
La tecnica ci può sicuramente aiutare in discesa tuttavia l'elemento fondamentale sarà la concentrazione e l'allenamento preventivo dovrà essere fatto anche in questo senso.

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Azzardare o sbagliare un passaggio che non conosciamo può avere conseguenze drammatiche su certi luoghi quindi sarebbe meglio non affrontarlo proprio e scendere a piedi.
 
Non diamo tuttavia tutto per scontato poiché anche le discese a piedi con bike al seguito in alcuni punti non sono da sottovalutare. Importante é muoversi lentamente e con passo sicuro

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Traverso in forte esposizione


Ma come ci dobbiamo preparare?
Alleniamoci vicino a casa su percorsi poco adatti alla bike meglio se sconosciuti. Cerchiamo di superare ostacoli per noi anche inediti tipo rocce radici o sassi e affrontare pendenze superiori alle nostre solite gite.
Il gesto di salire e scendere dalla bike di fronte agli ostacoli diventerà veloce e automatico.
Percorsi sempre nuovi e sconosciuti alleneranno la mente a gestire velocemente eventuali incognite.
Questo ci consentirà un attenta valutazione quasi immediata dei passaggi più insidiosi durante la nostra discesa di Bike Alpinismo.

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Come tutte le attività che si svolgono in alta montagna anche per il Bike Alpinismo l'arma vincente sarà soprattutto l'esperienza maturata passo dopo passo in maniera graduale senza mai andare oltre le proprie possibilità

 

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