bere 

Bevo ma se resisto è meglio………? (A cura del Dr. Paolo Maseroli)

Da anni svolgo attività in montagna e spesso ho sentito dire da diverse persone che se uno resiste alla sete è in grado di praticare l'attività senza problemi, poiché si è abituato…………


Io non condivido tale affermazione, il nostro corpo è costituito da acqua sia in forma libera che in forma combinata con altre sostanze per cui abbisogna di questo fluido indispensabile per la vita.


Molti processi vitali dipendono dall'acqua e dal suo equilibrio osmolare all'interno del corpo umano, di cui ne è costituito in misura superiore al 60%, circa 42 litri in un individuo di 70kg di peso, cosi compartimentata:
" 70% all'interno delle cellule, nel citoplasma
" 20% negli spazi interstiziali (fra cellula e cellula)
" 10% circola nel sangue

Nel corpo umano il bilancio idrico dell'acqua che viene "perduta" deve essere uguale a quello che deve essere reintegrato (equilibrio dinamico).

Durante la vita di tutti i giorni, vengono eliminati 2,5 litri di acqua cosi suddivisi:
" 1.5 litri con le urine
" 0.2 con le feci
" 0.5 con la traspirazione cutanea
" 0.3 con l'evaporazione polmonare

che vengono reintegrati con 1,2 litri di bevande, 1 litro con gli alimenti, 0.3 con l'acqua metabolica, ovvero quella che si forma durante il metabolismo cellulare.

Una perdita di acqua pari al 2%, determina un calo del 20% in termini di prestazioni, in soggetti allenati e/o acclimatati alla quota le perdite idriche possono arrivare anche fino al 5% del loro peso corporeo.

Durante l'attività fisica tutto l'organismo si adatta ad una nuova situazione ovvero deve offrire all'atleta, al dilettante, all'escursionista, ecc. una nuova prestazione che per essere mantenuta, necessita di nutrimenti quale fonte indispensabile di energia.

Nell'esecuzione di una prestazione fisica (esercizio fisico) si perdono enormi quantità di liquidi con:
" sudore
" urina
" direttamente proporzionale alla intensità e durata dello sforzo fisico
" freddo/caldo (condizioni climatiche)
" quota
" età, alimentazione, attività

Durante l'attività fisica vi sono segnali che si devono saper interpretare con particolare riferimento alla sensazione ed allo stimolo della sete.

Infatti quando una persona ha sete, la sensazione come tutti sappiamo è di avere il desiderio di bere, se si prova a resistere, nell'arco dell'attività lo stimolo non verrà più recepito dall'atleta.
Questa particolare condizione è dovuta alla perdita dei sali minerali che influiscono sui meccanismi della sete.

L'ATLETA SARA' TRATTO IN INGANNO E LA SUA MENTE CREERA' UN EFFETTO PLACEBO FACENDO CREDERE CHE STA RIUSCENDO A RESISTERE ALLA SETE E CHE NON NE HA BISOGNO DI BERE:

SBAGLIATO!!!!

E' da questo momento che il corpo non avrà più lo stimolo e non reidratandosi adeguatamente inizieranno i problemi.

Durante l'attività fisica, l'intenso sforzo fisico e l'alta temperatura esterna, l'evaporazione dovuta all'aria secca e ventilata della montagna può essere causa di disidratazione.
All'aumentare dello sforzo aumenta la respirazione ed anche la profondità della stessa e man mano che si sale di quota si accentua, per la riduzione NON DELLA QUANTITA' DI OSSIGENO ma della quota, che per effetto della pressione dell'aria non si diffonde bene dallo spazio alveolare al torrente circolatorio.
Gli atti respiratori a livello del mare sono 12 al minuto in condizioni normali, sotto sforzo passano a 50 - 80/minuto, in alta montagna possono anche passare a 100 - 150/minuto , con uno scambio superiore a 250/l di aria al minuto.
Da questi valori si comprende come la perdita di liquidi è importante; ma la parte di vapore acqueo si ricondensa, depositandosi nuovamente dentro le vie aeree umidificandole e riducendone l'incremento della perdita di liquidi.
Al fine di mantenere una giusta idratazione e conseguentemente una performance tecnica ottimale, si devono reintegrare i liquidi con sorsi durante l'attività, in questo modo non dilatiamo improvvisamente lo stomaco e non creiamo condizione di disagio.

Se non integriamo i liquidi si avrà la comparsa di disidratazione che si manifesta con:
" sete
" aridità della bocca e delle labbra
" secchezza della cute e sollevabile in pieghe
" faccia affilata
" tachicardia
" facile spossatezza
" riduzione del peso corporeo
" riduzione delle urine (meno di mezzo litro al di) con colore giallo intenso

se abbiamo una condizione ingravescente si ha:
" aumento della spossatezza
" crampi muscolari
" perdita di coscienza
" collasso
" cardio circolatorio
" shock
" coma
" morte
In assenza di cibo possiamo sopravvivere fino a tre settimane; senza acqua non potremmo sopravvivere per più di cinque giorni.

Riepilogo dei segni e sintomi in funzione della perdita di liquidi nel corpo umano:
1-5% 6-10% 11-12%
Sete Emicrania Delirio
Disagio Vertigini Gonfiore alla lingua
Indolenza Secchezza delle fauci Spasmi
Ansia Formicolio agli arti Sordità
Inappetenza Colorito bluastro Oscuramento della vista
Arrossamenti Difficoltà di parola Insensibilità cutanea
Tachicardia Difficoltà respiratorie Inaridimento della pelle
Nausea e vomito Incapacità a deambulare Incapacità a deglutire
Indebolimento Offuscamento della vista Morte

Naturalmente l'acqua che perdiamo è anche ricca in sali minerali che vanno reintegrati, la ripresa di una diuresi almeno di 1 litro al giorno è segno di una buona integrazione di liquidi.

Dobbiamo sempre misurarci con questi aspetti perché nella pratica dell'accompagnamento, della animazione o nella maestria di una conduzione di corsi, vi possono essere persone che non sono allenate o non hanno mai partecipato a nessuna attività.
Il risultato che può derivare da questo semplice sottovalutare il cliente è il rischio di un incidente.

Non dimentichiamo mai che il rischio è la probabilità che si possa verificare un danno.

Il rischio è l'operare senza tenere in considerazione, le condizioni che possono far verificare il danno in una valutazione probabilistica, ovvero in un evento che può essere quantificato o misurato sulla base di esperienze personali ma anche nella letteratura in campo clinico - sportivo, fisiologico e fisiopatologico e di una buona preparazione teorico pratica degli insegnamenti affrontati nei vari corsi dei diplomati AMI.
Se noi vogliamo evitare la disidratazione dobbiamo reidratare il corpo bevendo con cadenza regolare (circa 20 minuti) una quantità pari ad un bicchiere d'acqua e/o addirittura anticipando il meccanismo della sete.
L'equilibrio idrico, si raggiunge dopo diverso tempo poiché il passaggio è lento e progressivo, con una normalizzazione anche nelle 48/72 ore.


Bibliografia:
"Salute in alta quota" Jean - Paul Riochalet casa editrice Zeta B 2004
Manuali del Club Alpino Italiano 1 Medicina di Montagna, Club Alpino Italiano commisione Centrale Medica 1997
"La salute in montagna" Calderoni a cura di Luciano Baffoni Venturi1996

da siti internet:
"L'acqua nello sport l'integrazione idrica nella pratica sportiva, il ruolo dell'acqua nello sport" Responsabile Scientifico Dott. Giovanni Posabella
http://www.scienzaenatura.it/disidratazione.htm

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