L'AMI entra nelle Scuole dell'obbligo con un progetto di educazione stradale già collaudato, vediamo come..
Inizialmente abbiamo considerato l’importanza di credere che non si potesse accedere alla circolazione con la bicicletta senza avere un minimo di nozioni in materia di codice della strada e di sicurezza.
Successivamente che chi a 14 anni superava l’esame di abilitazione teorica all’uso del ciclomotore non avesse nessuna cognizione in materia pratica di conduzione di un mezzo a due ruote.
Apparentemente bicicletta e ciclomotore sono distanti come concetto ma in realtà sono molto vicini in quanto entrambi devono essere condotti sulla strada e non ultimo la segnaletica ed alcune regole da rispettare sono comuni.
Ovviamente un veicolo è a trazione umana mentre l’altro è a combustione termica per cui cosa insegnare?
Abbiamo ragionato sugli argomenti ed abbiamo previsto come teoria di trattare di segnali e di precedenza e semafori, piste ciclabili e di introdurre la sicurezza del casco come sceglierlo, calzarlo anche in ottica futura al ciclomotore. Per la parte pratica abbiamo deciso di insegnare alcuni esercizi di equilibrio, indipendenza dal mezzo in quanto, alla guida del ciclomotore non avendo pedali ma motore la persona rischia di subire il mezzo e non “dominarlo”.
Abbiamo creato un protocollo per la realizzazione del progetto che può essere già presentato alle scuole chiavi in mano a patto che la gestione delle lezioni sia affidata ad un insegnate ed istruttore di scuola guida e dai maestri / accompagnatori di mtb per la realizzazione delle prove pratiche in bike.
SCOPO DEL PROGETTO
Fornire un valido strumento per iniziare a trasmettere una cultura migliore dell’andare in bicicletta in qualsiasi condizione e nel rispetto del Codice della Strada, abbinando le tematiche comuni anche col ciclomotore.
ANALOGIE TRA LA MOUNTAIN BIKE E IL CICLOMOTORE
Siamo convinti che se si parte in modo disciplinato fin da piccoli con la bicicletta, senza imporre regole ma inserendole gradualmente ed illustrandone i contenuti, si possa abbinare il velocipede con il ciclomotore. Innanzi tutto la teoria del Codice della Strada è sempre quella per alcuni elementi in comune e non sono pochi se ci pensi.
COME AVVIENE LA PARTE PRATICA
La pratica va inserita in un contesto tecnico tipico della formazione che viene somministrata ai futuri patentati da 125 livello A1. Inserendo quelle nozioni con gli elementi di equilibrio postura corretta alla guida , scelta del casco e la calzata dello stesso, il saper gestire la frenatura, la simulazione di frenatura di emergenza, il corridoio stretto sostituito con l’asse di equilibrio, le curve ecc, possano essere elementi più che concreti.
Il progetto nella Scuola ha valore se presenti un insegnate di teoria e di scuola guida riconosciuti ed attivi iscritti ad apposito albo. Dovete sapere che avendo elementi comuni col ciclomotore si possono far figurare le due ore di teoria come teoria iniziale del ciclomotore. La base su cui gli allievi si preparano a sostenere l’abilitazione per il CIGC è DI 10 h. Se considerate che due le avete già fatte, aiutate la scuola nell’ottimizzare il tempo a disposizione.
Indispensabile la presenza di una figura professionale che possa firmare il registro delle lezioni tenute. Per la parte pratica e gli esercizi servono i Maestri di Mountain bike che sono fondamentali. Se poi la scuola ha un margine ampio di tempo, può anche inserire una escursione in mtb lungo le ciclabili e gestire l’arrivo in un parco, dove sia possibile creare una situazione di vero ambiente naturale e far divertire i ragazzi con la bicicletta.
In questo modo le scuole aprono le porte anche a questa disciplina sportiva, soddisfano quei criteri di trasmettere il concetto che lo sport è salutare e che dato l’elevato numero di persone sempre più sedentarie davanti al pc, possano ricredersi e mettersi in moto.
IL PROGETTO E' GIA' STATO COLLAUDATO CON SUCCESSO
Il progetto è stato presentato, accettato e quindi collaudato in una Scuola del Distretto scolastico nr. 19 di Sassuolo (MO): Scuola Secondaria di 1° grado "Primo Levi", la cui Presidenza è sotto la guida del Preside Domenico Scovotto. All’interno dell’istituto le referenti per questi particolari progetti, prof. sse Alessandra Gibellini, Liana Ciannamea, Moscardini Camilla e Lapenna Angela (quest’ultime incaricate per la educazione stradale) data la loro esperienza ne hanno compreso immediatamente la portata.
Il progetto è stato sviluppato all’interno dell’edificio scolastico grazie agli spazi posti a disposizione per l’occasione. Sono state sufficienti le aule per poter sviluppare la parte teorica attraverso l’ausilio di un portatile e un video proiettore (forniti dalla scuola) permettendo di illustrare la segnaletica le precedenze e tutto quanto un utente alle prime armi si trovi ad affrontare lungo la strada.
Di seguito nei locali della palestra si è realizzato il circuito artificiale costituito dai seguenti elementi: la partenza formata da diversi coni stradali, con lo scopo di insegnare l’indipendenza dalla bicicletta ed essere noi stessi elemento attivo nella conduzione del mezzo, alcune svolte, l’asse di equilibrio come metodo fondamentale per misurarsi con l’equilibrio ma anche concepire il senso di osservazione stradale, il concetto fondamentale di guardare avanti (lettura del terreno) al fine di studiare il percorso migliore. Nel caso di codice stradale e di sicurezza attiva, la lettura del terreno può essere vista come il moderare la velocità per aumentare le potenzialità del campo visivo sia come cono di visibilità verticale anteriore che orizzontale e prevenire le azioni di altri utenti o dei pericoli in generale. Ovviamente la mountain bike è anche un mezzo per poter vivere l’ambiente naturale che ci circonda ed un occasione per fare attività sportiva, per cui si è dato spazio ad alcune manovre di abilità fino alla fase finale con il superamento di un ostacolo.
Si sono date alcune nozioni semplici ma basilari sul materiale da utilizzare come: zaini, guanti, caso, come si sceglie una bicicletta, come si impugna il manubrio e come si regola la bike, la posizione corretta alla guida .
Fin dall’inizio i ragazzi si sono mostrati interessati ed anche gli stessi insegnanti incuriositi osservavano cosa illustravamo.
In alcune classi vi erano alunni più timorosi , timidi , nel non voler svolgere la parte pratica ma che alla fine la maggior parte ha ceduto alla curiosità di provare.Una nota importante va donata agli insegnanti di sostegno che con il loro aiuto, anche chi aveva difficoltà ha potuto svolgere l’attività pratica senza per forza rinunciare ad un momento cosi importante.
Per portare questo progetto nella vostra Scuola o svilupparlo nel tempo libero contattate il responsabile del progetto: Andrea Trivellato - tel. 346 0098005 o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.